Francesco Desogus

Giochi di guerra, giochi sulla spiaggia e Giro d’Italia.

Giusto grazie ad un’ordinanza della Capitaneria di Porto (n.54/2017) scopriamo che dal 5 al 20 maggio 2017 ci saranno “attività di esercitazione” da parte di unità navali.
In effetti, da qualche giorno, alcuni bastimenti militari battenti bandiera di Paesi NATO girovagano lungo le nostre coste sud-orientali.
Di più non si sa, neppure il nome in codice dell’esercitazione ma, in compenso, l’ordinanza ci allieta con l’indicazione dei tre ampi specchi d’acqua mare in Alfa, Bravo e Charlie, codici degni di un film d’azione. Sono le tre aree dove, in quei giorni, saranno interdette navigazione, sosta, ancoraggi, pesca, qualsiasi attività subacquea e balneazione (sic!).
Siamo alla solite, ostaggio delle esigenze militari della nazione e degli alleati. Poco male se la Sardegna paga un prezzo unico in Italia di significative porzioni di territorio off-limits nonché di vastissime aree marine “di sgombero” (vedi cartine) che circondano l’Isola. Secondo la nostra Costituzione, ripudiando la guerra, dovremmo solo preoccuparci della difesa. Però a Teulada volentieri si esercitano a simulare sbarchi di truppe e mezzi corazzati, tipica azione d’attacco. Nuovamente poco male, però siamo giustamente preoccupati perché queste aree militari si prestano, potenzialmente ed opportunamente, ad ospitare l’atteso deposito nazionale delle scorie nucleari. In fin dei conti, per chi deciderà, probabilmente penserà che i sardi sono quattro gatti, un paio di milioni di pecore, qualche banda occasionale, i sequestratori (per fortuna) estinti, forse un pugno di anarchici inoffensivi e, immagino che siano “attenzionate”, delle forze indipendentiste notoriamente frammentate e con scarso esito elettorale. E poi non subiscono i terremoti.
Per certi versi dovremo essere lieti, per citare alcuni, che i sottomarini nucleari USA non fanno più base a La Maddalena, che il complesso radio e radar sul Limbara è dismesso o lo stesso aeroporto di Decimomannu è stato ridimensionato nelle presenze e nelle funzioni. Eppure l’allentamento di questa “occupazione” militare non è stata indolore, perché ha cancellato tanti posti di lavoro dell’indotto e ridotto il PIL delle località interessate.
E’ un altro esempio di vittime dell’ostaggio che deriva dal “ricatto occupazionale” che ha imposto modelli di sviluppo (per tornaconto elettorale ed affaristico di pochi beneficiari) alla lunga dannosi per la salute, l’ambiente e le stesse aspettative della forza lavoro sardo. Tanti di loro oggi sono a spasso, con sussidi temporanei, lontani dalla pensione e senza prospettive di reimpiego.
Pensate al poli petrolchimico di Sarroch, ai fallimenti di Portoscuso, Ottana, Porto Torres. Archeologie industriali, terre compromesse, metalli pesanti e chissà quali altre schifezze lasciate in eredità ai nostri figli.
Eccoci al titolo di questo post. In una delle varie interviste a Pigliaru, di contorno al Giro d’Italia, il governatore ha lodato il paesaggio sardo, le sue bellezze ambientali che giungono al massimo splendore in questo periodo dell’anno, la primavera. Eccolo che ringrazia il Giro perché è stata un’occasione formidabile per esaltare al mondo intero questi “mesi SPALLA” dell’alta stagione, auspicando maggiori attenzioni e presenze di turisti avveduti e intelligenti.
Pertanto, venghino signore e signori turisti, pure a Costa Rei o a Santa Margherita di Pula a rimirar all’orizzonte cacciatorpediniere, dragamine e magari, per i più fortunati, qualche volo radente, non di fenicottero rosa o gabbiano corso, ma degli Harrier II AV-8B Plus in dotazione alla nostra ammiraglia Cavour (se dovesse esserci).
Unica avvertenza: non azzardate a bagnarvi i piedi perché vige il divieto di balneazione. Però i giochi sulla spiaggia sono consentiti.
Maggio 2017 , il mese “spalla” che è tutto un programma.
P.S. La Regione ha speso 4,5 milioni di euro per garantire una visibilità “senza precedenti” per il Giro. Appena 1,5 milioni di euro per ciascuna delle tre tappe. Dato che la visibilità televisiva è comunque garantita da RAI & C., idem per le testate giornalistiche e tutto il mondo indissolubile mediatico che notoriamente ruota attorno ad un evento sportivo internazionale come il Giro d’Italia, ovunque si svolga, verrebbe da chiedersi come specificatamente sono stati spesi questi soldi e per quale ritorno aggiuntivo.
Fatto salvo che la RAS, e così vale per gli altri enti regionali e locali attraversati dal giro, non contribuiscono all’evento compartecipando alle spese organizzative e di svolgimento.

1 Commento

  1. Pingback: lauramaze

Lascia un commento