Il primo numero del 1923 del mensile The National Geographic Magazine si apre con un bellissimo articolo sulla Sardegna del Prof. Guido Costa, intitolato The Island of Sardinia and Its People, arricchito da ben 81 fotografie del fotografo Clifton Adams [2], di cui 16 colorate, per la maggior parte a tutta pagina.
Non poteva passare inosservato il panorama che offre il colle Monte Urpinu, allora decisamente più romantico e libero nella visione, per l’assenza di edifici, delle arterie stradali e tutto quanto oggi incide sul paesaggio.
Questa è la foto pubblicata dal “National Geographic”.
Sono evidenti, in lontananza, i cumuli di sale che costeggiano i bacini evaporanti e un litorale del Poetto privo di costruzioni di sorta mentre, ai piedi del colle, una modesta fattoria, costruzione rurale che è sopravvissuta, oggi utilizzata come ristorante.
Sea Pools A feature of The Southers Province
Gudio Costa riservò un breve paragrafo sugli stagni che caratterizzano Cagliari, ad est e ad ovest: Molentargius e Santa Gilla. Per le saline del Molentargius un commento sulla salubrità del luogo per l’assenza delle zanzare: un chiaro riferimento alla malaria, perenne flagello dell’Isola. Santa Gilla, invece, è promossa per i flamingoes, i fenicotteri che si trasferiscono dall’Africa alle vicinanze di Cagliari per trascorrervi i mesi più caldi dell’anno.
Eccoci, infine, allo spettacolo che ancora oggi ci affascina, durante i tramonti d’Agosto, quando questi “strange birds” volano sopra la Città nel loro trasferimento giornaliero dallo stagno occidentale allo stagno orientale che, visti da sotto, sembrano come tante croci.
(articolo pubblicato sul sito del Parco Regionale Naturale Molentargius-Saline)
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